Tu andavi e venivi dalle porte
silente e irrequieto.
Sospettoso tastavi con la zampa
lo spigolo di un divano,
la macchia di un tappeto.
Non temevi altra insidia che l'ombra,
ma le correvi dietro!
L'ingannevole ninfa ti portava
col muso nei secchi
e in riva ai torrenti.
Ti spingeva a grattare sugli specchi.
Tornavi pazzo i mattini
col polline sui denti.