Eran pronti alla partenza
i ciclisti di Fidenza;
colorate le magliette,
sulle loro biciclette.
La tribuna principale,
per il gran cerimoniale,
ospitava grandi artisti,
ministri e gionalisti.
Spetta, come l'anno scorso,
verifìcare il percorso
all'anziano della squadra
la cui vista poco quadra.
Arrivato alla "meta"
un accento fuori posto va,
ecco che la loro meta
si trasforma in metà.
Tutti in sella sono pronti;
la giuria il via dà,
vinca il meglio che ci sia!
Così nessun s'offenderà.
Il percorso è faticoso,
la bicicletta non risponde,
ma lieta novella tosto
fra i ciclisti si diffonde:
"Rallentate la pedalata
la meta è stata spostata".
La squadra presto fa
del percorso la metà.
I giurati al traguardo
non si spiegano il ritardo;
è passato mezzogiorno,
nessun ciclista è di ritorno.
Il ministro capoccione
tosto arma una spedizione;
viva è la preoccupazione
di un rapimento, scopo estorsione.
Nel frattempo i ciclisti
non motivano l'assenza
all'agognata meta
del sindaco di Fidenza.
Stanchi ormai ed assonnati,
dalla TV bidonati,
bivaccano gli atleti,
con panini, fra i vigneti.
Il meriggio è inoltrato
quando il capo spedizione
vede a mo' di legazione
una folla inaspettata.
Si dirige il drappello
verso il gruppo di ciclisti,
in testa, inquisitorio,
il maggiore dei ministri.
Presto l'arcano è svelato:
"Un accento fuori posto
dispettoso ci ha ingannato;
a metà ci siam fermati!
Dispiaciuti e con dolenza,
ci scusiamo con Fidenza,
col tifoso osannante
e col pubblico pagante!".